Una “crescita moderata”, con un PIL 2023 al +0,7%, (in calo di 3,1 punti rispetto al 3,8% del 2022), accompagnata da un’inflazione che, a condizione che il prezzo dell’energia rimanga su livelli inferiori ai massimi raggiunti nell’estate 2022, è prevedibile scenda velocemente nell’anno in corso fino ad un livello di circa il 5,1% (dall’8,1% registrato nel 2022), togliendo pressione ai costi e al potere d’acquisto, e quindi sostenendo i consumi, lasciando prevedere una crescita della spesa delle famiglie dello 0,6% (comunque inferiore di 4,0 punti rispetto al 2022). Il sistema bancario continuerà a sostenere lo sviluppo delle imprese, anche se il credito crescerà a ritmi più bassi rispetto al 2022, anche per l’incremento dei tassi di interesse sul credito determinato dalla politica monetaria della BCE. Inoltre, l’assenza di shock internazionali permetterà al ciclo industriale di ripartire, mentre gli investimenti finanziati dal PNRR contribuiranno a colmare il vuoto creato dal venire meno del Superbonus 110%, anche se non va sottovalutato l’effetto di un prevedibile allungamento dei tempi relativi alla spesa effettiva.