Il sociale che si forma, collabora e crea lavoro. A Borgotufi, eccellente albergo diffuso di Castel del Giudice, associazioni ed istituzioni attorno al tavolo dei risultati
Sullo sfondo: l’inebriante panorama dei monti molisani ed abruzzesi. Davanti: un gruppo di persone che da queste parti e non solo si adopera perché il sociale diventi di tutti e per tutti. Al centro: i servizi alle fasce più fragili.
A Castel del Giudice, all’interno dell’albergo diffuso di Borgotufi, si è parlato di bisogni e servizi sociali, di cooperazione e di formazione, della prima cooperativa di comunità e delle soddisfazioni che questo settore genera in chi ci crede davvero.
Ad esporre i risultati di un percorso d’eccellenza gli attori di una rete che ha puntato sulla formazione per garantire il successo alle azioni sul territorio. E’ appena terminato infatti il percorso di formazione e aggiornamento finanziato da Fon.Coop, la fondazione di Legacoop che sostiene fortemente la qualificazione e riqualificazione del personale per la qualità dei servizi. Da ottobre a maggio circa 30 operatori delle strutture che a Castel del Giudice e Capracotta accolgono gli anziani hanno affrontato tematiche che a 360 gradi riguardano l’impegno a contatto con la terza età. “Abbiamo vissuto un’esperienza non semplice per la vastità dei contenuti e degli approcci e perché aggiunta alle ore lavorative – hanno detto loro stessi in sala – Ma ci rendiamo conto dell’enorme bagaglio acquisito e del valore che abbiamo dato al nostro ruolo”.
Non c’è qualità senza formazione. Una formazione che deve essere di base, continua e somministrata da personale eccellente. E’ stato questo il leitmotiv dell’incontro, nel quale è stato possibile ascoltare le voci di chi il percorso l’ha organizzato (la cooperativa Arcadia rappresentata da Fernando Cellurale), di chi l’ha seguito sul campo (lo psicologo formatore Fabrizio Mascioli) o di chi ne riceverà direttamente i benefici (le residenze Santa Maria di Loreto e la casa San Nicola rappresentata da Domenico Leone).
Ma è stata raccolta anche la testimonianza di cooperative che da tempo beneficiano di questo strumento strategico per i loro dipendenti, come la cooperativa Sirio, che si occupa di servizi domiciliari e residenziali a soggetti fragili: “Competenze e capacità di auto organizzazione sono le basi dell’operatore e i fini del percorso che da sette anni abbiamo adottato – ha detto il presidente Sirio Lino Iamele – Sapevamo di aver scelto al via più difficile i risultati raccolti dagli utenti ci hanno dato ragione: la qualità è il volano per crescere”.
“La caratteristica di noi cooperatori è fare rete – ha siglato Giovanni Cefalogli della cooperativa NuovAssistenza di Isernia che gestisce sociale, minori e immigrati e che a Castel del Giudice è presente con la gestione dello Sprar – La rete parte da dentro e coinvolge gli attori esterni. Nell’assemblea con i soci valutiamo e decidiamo insieme prospettive e percorsi, una volta individuato il vuoto cerchiamo e troviamo insieme il modo migliore per colmarlo, in piena e continua collaborazione con le istituzioni del territorio per superare gli ostacoli e puntare all’obiettivo”.
Così NuovAssistenza ha operato con alcune famiglie di migranti che proprio a Castel De Giudice hanno trovato ospitalità e vera accoglienza. “Nell’accogliere abbiamo scelto il modello il più simile possibile al nostro modo di vivere e di lavorare – ha aggiunto Cefalogli – legando ad esso tutta l’attività di inclusione attiva: il bando Formcoop si poneva come un abito perfetto per fare inclusione e inclusione sociale attiva”.
La formazione destinata agli immigrati punterà infatti all’ acquisizione di un mestiere e quindi alla conquista di una giusta autonomia. Un esempio di come coniugare al meglio i finanziamenti per il sociale quello esposto a Borgotufi, dunque, un modello da esportare. E sulla stessa linea NuovAssistenza è pronta a partire con gli Sprar di Capracotta e Pescopennataro.
Ha chiuso l’incontro Stefania Serafini, commissaria Legacoop Molise che ha seguito il tutto anche per Formcoop: “Oggi sono emozionata – ha detto – perché percepisco la sensazione di un risultato, l’esito di un lavoro non semplice da parte di tutti noi”. Un lavoro che troverà il suo sbocco anche nella cooperativa di comunità, di cui Castel del Giudice è esperimento in Molise.
Le Cooperative di Comunità sono uno strumento per mantenere i servizi sul territorio e valorizzarlo, attraverso la partecipazione diretta dei cittadini. Sono opportunità per gli abitanti del paese, che possono collaborare per lo sviluppo dei servizi, migliorando la qualità della vita nel territorio. “Un modo per dare soprattutto risposte in termini occupazionali – ha affermato più volte il sindaco Lino Gentile – per ricostruire percorsi economici, creare lavoro per le nuove generazioni ed anche per garantire l’inserimento socio-lavorativo dei migranti».